I calanchi nascono da fenomeni di intensa erosione superficiale provocata dalle acque in zone argillose. Si crea così un paesaggio insolito e suggestivo con pendii aridi e brulli che si presentano erosi in modo caratteristico, con piccole e strette valli, molto ravvicinate, separate da nette e ripide creste. Questo tipo di morfologia, priva di copertura boschiva e poco stabile, è dovuta all’azione erosiva dell’acqua piovana che dispersa in molti rivoletti incide profondi solchi in pareti subverticali, facendo assumere loro un aspetto del tutto singolare.

Il solco centrale di ogni ventaglio calanchivo è occupato da una lingua di materiali fangosi scesi dalle pareti. Queste colate discendono molto lentamente e con l’azione del sole si solidifica la superficie formando una crosta asciutta e crepacciata, pericolosa in quanto sotto nasconde decimetri di fango ancora liquido. Per indicare questo tipo di erosione superficiale gli anglosassoni usano il termine molto appropriato di “badlands” (terre cattive).

Suggestivi panorami calanchivi si possono ammirare in varie zone del comune di Baiso.

Natura

E’ facile intuire la ricchezza del patrimonio storico-artistico delle terre di Matilde di Canossa delle quali Baiso è parte importante. Non è altrettanto facile immaginare la bellezza del suo territorio dal punto di vista paesaggistico e ambientale, un territorio dove le attività umane e la natura trovano ancora tanti punti di equilibrio.

E’ proprio la campagna collinare il vero tratto distintivo di queste terre dove si alternano insediamenti abitativi e campi. I paesi e le borgate sono completamente circondati da coltivazioni e i boschi sono rimasti là dove l’eccessiva inclinazione o la bassa insolazione non permettevano una coltivazione più produttiva del suolo.

La zona boschiva intorno a Baiso è caratterizzata soprattutto daquerceti, boschi di carpino nero e, in parte minore,castagneti. I querceti a roverella si presentano come boscaglie con strato arboreo alto pochi metri e discontinuo, essendo questa quercia amante della luce e in grado di sopportare bene i suoli aridi. Questa boscaglia si trova sui versanti caldi e assolati, spesso su suolo poco profondo e roccioso. Quando il suolo si fa meno arido, più profondo e fresco compaiono i querceti a cerro e rovere e i boschi a carpino nero. Alcuni di questi boschi sono stati negli anni passati sostituiti con il castagneto, che spesso si è spontaneizzato ed è entrato a far parte dello strato arboreo di questi querceti fino a divenire la specie dominante. Il castagneto è una coltivazione che ha modellato il paesaggio delle nostre colline e che era legata ad una organizzazione economica ormai scomparsa.

Ad arricchire i nostri boschi contribuiscono, anche se in misura minore, il frassino, il nocciolo, il ciliegio selvatico e il pino. Lungo ruscelli e torrenti crescono spontanei i salici e varie tipologie di pioppi. Grandi insediamenti di ginestre, biancospini e ginepri ricoprono le ampie zone cespugliate dei pendii rivolti a mezzogiorno mentre nei terreni più freschi crescono rigogliosi il bellissimo maggiociondolo e il prugnolo.

Fauna

La fauna tipica delle nostre colline annovera tra i mammiferi la volpe, la faina, il tasso, il riccio, la lepre, lo scoiattolo, il ghiro e la talpa. Tra i più rappresentativi il daino e il cinghiale ma soprattutto il capriolo che negli ultimi anni ha ripopolato in maniera massiccia tutto il territorio. Sono recenti anche avvistamenti di alcuni esemplari di lupi.Le numerose specie di uccelli annoverano il passero comune, il merlo, la cornacchia, la tortora, la quaglia, la pernice, il fagiano, la rondine e il rondone, il cuculo, l’upupa e il picchio. Tra i rapaci il falco e la poiana, per quelli notturni il gufo, la civetta e il barbagianni. In inverno il pettirosso, l’allodola, i tordi e le beccacce.Anche anfibi e rettili popolano le nostre colline: rane, rospi, lucertole, ramarri, orbettini, vipere e molti altri.