La mappa dei primi insediamenti nel territorio baisano è interamente descritta nel documento in cui gli uomini di Baiso giurarono fedeltà al Comune di Reggio Emilia nel 1197. Nella canonica della pieve convennero tutti i rappresentanti dei nuclei abitativi, che vennero annotati con grande precisione. L’elenco è lungo e indica tutte le località di provenienza dei giurati, con nomi come Guidolinus de Baysio, Rodulfus de Prato, Matotoso de Casinago, Munarius de Casale. Molti di quei toponimi corrispondono tuttora a borgate, in maggioranza ancora abitate, che racchiudono quindi quasi mille anni di storia. Le testimonianze materiali invece, eccezion fatta per la torre di Debbia e il castello di Baiso, sono più tarde e risalgono al XV-XVI secolo, ossia quando anche per le abitazioni minori si diffuse la consuetudine di costruire con la pietra, abbandonando il legno e altri materiali facilmente deperibili. Quindi edifici come il rudere di Borgo Levizzano con le finestre a sesto acuto del XV secolo, le case a torre della Braglia, le costruzioni di Borgo Visignolo e di Cavizzano, tanto per citarne alcune conservate in contesti ancora abbastanza integri, costituiscono le ricchezze di cui il territorio baisano è disseminato, così come caratterizzano tutto il paesaggio appenninico.
Ripercorrendo a ritroso i secoli precedenti il Mille e la presa di controllo del territorio da parte di Adalberto Atto di Canossa, occorre ricordare che Baiso, che si estende tra la valle del Secchia e la valle del Tresinaro, è stato per molti secoli zona di passaggio più che di insediamenti. Territorialmente rientrò, tuttavia, a far parte del Castrum Verabulum su cui esercitava giurisdizione l’Esarcato di Ravenna, costituitosi nel VI secolo dopo la cacciata dei Goti ad opera dei Bizantini guidati da Giustiniano. Bizantini e Longobardi attraversarono in lungo e in largo il territorio baisano.